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ABBEY ROAD.JPG

DATI TECNICI:
TITOLO: ABBEY ROAD
TECNICA: Inchiostro su tela
ANNO: 2019
DIMENSIONI: 16 tele 20x20 + 2 tele 40x40
Pannello contenente 16 tele 20x20 e due tela 40x40, questa opera nella sua interezza si
riferisce a un progetto di 13 tavole che rappresentano in forma pittorica gli Album musicali
dei Beatles.
Ogni singolo brano dell'omonimo album ha avuto rappresentazione e compimento in una
tela 20x20; la copertina dell'LP è interpretata con la tela 40x40.
Ogni singolo brano/tela del pannello può essere spostato in una posizione diversa da
quella esposta nella foto, in una sorta di idea per cui l'arte sia sempre mobile, personale,
interpretata e variabile nel tempo; un poco liquida proprio come l'inchiostro che amo usare
per le mie opere.
La musica è linfa, come il sangue che scorre nelle vene per mantenere in vita ogni organo,
così l'inchiostro scorre sulle tele per lasciare il segno indelebile del proprio passaggio.
By MonoMax
© MonoMax

L'hobby e la passione del disegno esplodono fra 2010 e 2011 quasi a indirizzare e sottolineare un momento particolare della propria vita e delle scelte successive.

Le passioni della musica e della scrittura e della fotografia, finalmente iniziano a fondersi in un unicum che genera colori, bianchi e neri disegni e pittura, che interagiscono fra loro; piano piano la passione per disegno e pittura diviene una necessità fisica irrinunciabile spingendomi a uscire dall'ombra.

Iniziano le mostre collettive, la pubblicazione nel web di alcuni lavori e via via così sino alla prima mostra personale e varie partecipazioni a Art Contest .

Acquarello e successivamente pittura acrilica vengono affrontati sempre con impeto e gioia di sperimentazione cercando di esprimere tramite il tratto e/o il colore l'anima, senza curarsi troppo della costruzione artistica ma confidando nella trasmissione delle proprie emozioni.

Le parole scritte che racchiudono l'intento e il senso di questa muoversi attraverso la pittura possono essere riassunte come segue:


 

Giochi di colore, Giochi di parole.

(espressioni scritte incontrano tele e colori)


 

Aggiungere, togliere o modificare spazi al bianco.

Sottrarre al nero il predominio dello spazio infinito iniettandolo di luce


 

Un giorno, i colori e le forme iniziarono a comporre brecce nella realtà per trasformarla in sogno da trasferire con inchiostri su pagine bianche del divenire.


 

“Sono, siamo saliti fin quassù in bilico fra sogno e realtà, fra coscienza ed incoscienza, fra rabbia e umiltà e non pensiamo di scendere giù, anche a costo di cadere … la vita va vissuta sino all’ultimo senza temere, sino all’ultimo neurone pulsante.”


 


 

L’impegno e la passione da allora hanno generato macchie di sogni e di emozioni che si sono trasferite con inchiostri, colori acrilici, tecniche miste, moltissima spatola e poco pennello su ogni supporto possibile o immaginabile, liberando tensioni provenienti dal profondo o avvolgenti e incombenti dall’esterno, alimentando quella che oramai è una necessità esistenziale.

L’uso dell’inchiostro ha rappresentato e rappresenta per me, ancora oggi, la nota portante del mio “fare”, della quasi totale impossibilità di modificare, nel bellissimo gioco tra creare e lasciar creare, linea sottile del divenire.


 

“ l’Artista, o come preferisco dire io “l’Artigiano”, decide quando il quadro è terminato, e nel deciderlo fissa in modo perentorio la sua Opera, sia essa imperfetta o definibile ineccepibile nella sua apparente ricerca di perfezione.”


 

“Scegliere di lasciare imperfezioni, a volte molto evidenti, credo voglia sottolineare quella parte istintiva ed emozionale che diviene parte integrante dell’Opera stessa, meglio, del gioco emozionale dell’Artigiano che come un fanciullo ritiene concluso il suo meraviglioso gioco di segni sulla tela, quasi un inno all’incompiuto e al tentativo di porsi come creatore… creatore dell’Imperfetto.”


 

Mantenere integro il colore bianco o nero sulla linea di demarcazione fra l’uno e l’altro, quando il suo complementare si appoggia, è fare i conti con la contaminazione dell’uno o dell’altro, l’ultimo che viene usato è sempre il contaminatore che a sua volta viene contaminato, e ritoccando si potrebbe procedere all’infinito in questa azione e nel vano tentativo di avere un interspazio neutro infinitesimale, è l’incontro fra opposti , è il divenire della contaminazione.

 

 

Creare, da sempre, e non semplicemente riprodurre o copiare è il fulcro della mia ricerca artistica e di vita in cui il colore, la tecnica, il supporto etc. etc. sono solamente il mezzo per provare a rendere visibile l'interiore invisibile.

 

Il mio filo rosso, il filo di Arianna è l'emozionarmi con il fine di emozionare, sorprendere, o semplicemente attirare l'attenzione di coloro che si accostano all'opera rielaborandola liberamente.

 

Comprendere un'opera credo non sia solo ammirarla, ma credo, reinterpretarla col proprio sentire, reinterpretando la visione dell'artista in una nuova e personale interpretazione connessa ai legami del proprio inconscio.

 

Il mio tentativo espressivo tende e cerca di introdurre il fruitore dell'immagine a un distacco dalla visione della realtà consueta e consolidata, inoltrandosi nel proprio e collettivo inconsueto, così da collegare i colori, le tecniche e il tratto in un personale salto dimensionale nel proprio spazio invisibile chiamato “libertà”.

 

Nei confini di un foglio o di una tela cerco sempre di esplicitare i voli pindarici delle mie emozioni, positive o negative che siano, utilizzando la musica e i testi come sottofondo alla fase pittorica.

Legare elementi diversi, espressioni artistiche, solo apparentemente lontane fra loro sono sottolineare come le apparenti diversità vivono e convivono sempre nell'universo uomo.

 

La mia predilezione per gli inchiostri, della tecnica acquerello, ha un motivo preciso e interiorizzato; così come la quasi totale mancanza dell'uso dei pennelli, privilegiando spatola e ogni altro oggetto di uso comune atto a generare un risultato pensato e sperato, il tutto in un continuum di crescita e sperimentazione tecnica.

 

Inizio, fine e traccia sono i tre elementi che guidano le mie opere nell'uso dell'inchiostro; questi termini li sento come perentori e piacevolmente inerenti al senso della vita.

 

Ci è dato un tempo breve per creare un'opera, per farlo è necessario conoscere bene il terreno ( il supporto ), il suo comportamento e quello del medium, i tempi di evaporazione e intervento sul liquido scorrevole e poco governabile, delle tecniche di addizione o sottrazione del colore, consci che ogni intervento potrebbe produrre un risultato diverso da quello pensato, così come una macchia sfuggita al controllo rimarrebbe indelebile e incorreggibile sul supporto.

 

La vita insomma! Si nasce, si vive lasciando delle tracce e delle macchie indelebili del nostro percorso e si termina con la fine della nostra evoluzione; non c'è modo di iniziare nuovamente tutto, come possibile invece con acrilico o olio etc. etc., quello che si vede è il risultato, coerente o incoerente del proprio percorso.

 

Quello che ho descritto è la spiegazione del mio personale tentativo di denudare la mente per lasciare libero spazio all'animus, all'inconscio, all'energia e alla “ libertà “ .

 

 

Massimo MonoMax (c)

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